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Treni 3 - Intercity Milano-Lecce


di jacdap
25.02.2025    |    445    |    0 7.1
"Eppure qualcosa di inaspettato ed insolito mi è capitato proprio ai primi di giugno dello scorso anno..."

Pensavo che non avrei certo più avuto avventure (e comportamenti) come quando ero un ventenne fichissimo ora che di anni ne ho ben oltre il doppio. Ma anche che, ormai nessuno avrebbe potuto interessarsi a me con l'impetuosità e la sprovvedutezza tipica dei giovani. Eppure qualcosa di inaspettato ed insolito mi è capitato proprio ai primi di giugno dello scorso anno.

Il mio amico Simone aveva affittato per maggio e metà giugno un appartamentino vista mare nel teramano e c'era andato in auto effettuando un minitrasloco. Ma ha pensato bene di fiaccarsi un piede due giorni prima del ritorno e conseguentemente non riusciva a guidare se non con dolore e rischio, quindi chi se non Jacopo, che tanto è sempre disponibile, provvede a scendere in treno per recuperarlo con auto, armi e bagagli?

Controllo gli orari dei treni e tra una freccia, che però dovrei andarla a prendere a Bologna con un regionale, e un Intercity che viene da Milano e ci mette un po' di più ma costa molto meno, opto per quest'ultimo. Tra l'altro a Bologna sta fermo solo 4 minuti... un'inezia.

Sveglia "comoda", caffèlatte, bagaglio superleggero (una bottiglia d'acqua e un libro), autobus, stazione, altro caffè. Treno leggermente in anticipo, incredibile. Poca ressa sul marciapiede anche perché non è uno dei giorni da bollino rosso; inoltre nella carrozza in cui avevo prenotato c'eravamo in pochi. Mi chiedo come mai. Forse perché era l'ultima in fondo al treno e magari l'avevano aggiunta quando avevano visto che le altre erano strapiene? Fatto sta che nella mia "isola" di 4 posti ci sono solo io. Mi allungo e sonnecchio un po' fin quasi a Bologna con l'altoparlante italo-inglese che rompe e non mi permette di dormire davvero....

A Bologna scendono tutti tranne me e salgono in 7: quattro ragazzi che, vociando, si sistemano fortunatamente lontano da me, due giovani bellocci già in semitenuta da spiaggia che siedono non lontano dagli altri e un bonazzo sui 35 per niente male che legge i numeri delle postazioni, controlla la prenotazione sullo smartphone e si piazza proprio nel posto diagonalmente di fronte a me. Ritiro le gambe e ricompongo un po' il mio stravaccamento mentre il treno parte. Mi metto a leggere... Imola, Faenza... che palle sto altoparlante... chiudo il libro e mi metto a "studiare" il mio dirimpettaio-laterale.

Rossiccio, capelli cortissimi a scodella, completamente rasati lateralmente e dietro, giro di barbetta rossiccia molto corta, orecchino a bottone all'orecchio destro, un altro, passante, in alto nel sinistro, occhiali a specchio. T-shirt grigia a collo largo, pantaloncini di jeans a mezza coscia probabilmente di una taglia di meno, pacco generoso, belle cosciotte e gambe non eccessivamente abbronzate, ben depilate con un tatuaggio tribale sul polpaccio sinistro. Tre anelloni medievaleggianti nella mano sinistra all'indice, medio e mignolo e una similfede in argento (o forse acciaio) nell'anulare destro. al polso destro una caterva di braccialettini di perline, di stoffa, di cuoio, uno metallico; al sinistro un bell'orologio nero e grosso e un altro filo metallico. poi il megatatuaggio vagamente inca sul braccio fin sotto il bordo della manica che evidenziava un bicipite abbastanza ben scolpito.

Si alza e va nello scomparto vuoto davanti per aprire il vetro ma non si apre, pensavo si volesse sistemare là per stare più largo, ma torna dov'era prima, si toglie gli occhiali e se li mette pendenti al centro dello scollo, prende dalla bisaccia che aveva appoggiato sul sedile di fianco lo smartphone e comincia a smanettarci sopra. Io distolgo lo sguardo perché, anche se non mi aveva mai guardato in faccia, mi pareva indelicato fissarlo con insistenza e mi metto a leggere il libro che costituiva il mio unico bagaglio.

Imola... Faenza... Verso Forlì si alza quasi in squat per guardare fuori dal finestrino e alza un po' la tendina che io avevo abbassato a metà in precedenza, poi la riabbassa, si alza e va di nuovo al vetro più avanti. Lo guardo con occhio indagatore. Ha un fisico della madonna e movenze ferine. Con il bacino perpendicolare a me e la schiena parallela per guardare chissà cosa dal finestrino, assume una posa molto, molto sexy. E' più alto di me, decisamente una decina d'anni in meno, movenze sinuose con l'impostazione di chi è sicuro di sé, atteggiamento distaccato di chi non guarda apparentemente nessuno direttamente ma che di certo sa tutto quello che gli accade intorno.

Cesena... Mi impongo di smettere questi pensieri e riapro il libro. Lui torna e di nuovo scatenaccia sul cellulare. Sto leggendo dei racconti di Cesare Pavese, già di per sé un po' pesanti, ma ancor di più nel contesto in cui mi ero cacciato. Chiudo gli occhi. Li riapro che stiamo entrando in stazione a Rimini. I sei ragazzi scendono tutti e salgono 5 persone che prendono posto. Una signora non riesce a sollevare la sua borsa per metterla nel ripiano. mi alzo e l'aiuto, lei ringrazia e mi chiede se, chissà, potrebbe lasciare la valigia nel corridoio. Le suggerisco di metterla tra i sedili contrapposti e gliela sistemo praticamente dietro la schiena del mio dirimpettaio che guardava la scena con un certo distacco. Gli sfioro un braccio, ma non si scompone, gli tocco, involontariamente, col gomito la spalla e chiedo scusa. Mi abbozza un sorriso tirato, ma almeno mi guarda in faccia. Ha gli occhi neri, finora non sapevo esattamente di che colore li avesse...

Riccione... Cattolica...mi accorgo che gli occhiali appesi sul suo sterno riflettono quello che lui sta sfogliando sullo smartphone. Mi si riaccende la curiosità e cerco di capire cosa guarda. Sono foto che, ovviamente, non vedo se non approssimativamente, ma capisco bene che sono foto di persone. Mi era parso di vedere un primo piano di un viso femminile. Provo a leggere di nuovo Pavese, ma non mi va più. Chiudo gli occhi e mi trovo a pensare che sto pensandolo nudo. Non penso tanto al cazzo quanto al fisico... dev'essere una favola nudo... Chissà se ha i peli rossicci anche lì o se è rasato come evidentemente ha depilato completamente tronco e arti... Chissà dove va... non ha bagaglio neppure lui...

Mi accorgo di stare facendogli involontariamente "piedino" per cui mi tiro su sedendomi in modo più retto. Lo sguardo mi cade sui suoi occhiali... ma che caspita... quello che vedo riflesso pare proprio un maschio nudo con un lungo cazzone pendulo tra le gambe. Strabuzzo gli occhi, non per la meraviglia, ma per vedere meglio e forse così facendo mi sono mosso e, probabilmente, avvicinato. Fatto sta che appena alzo lo sguardo mi vedo due palle nere che mi guardano fisso in faccia. Merda... spero almeno di non essere arrossito.

Guardo fuori dal finestrino. Stiamo ripartendo da Pesaro. Passa il controllore dei biglietti. Io l'ho cartaceo, lui gli mostra lo smartphone. Mi trovo a sorridere pensando alla scena se fosse passato prima... Di nuovo mi accorgo che mi sta fissando... ora mi sento a disagio... mi sforzo di non guardare più i suoi occhiali ma non ci riesco e lo faccio. Non ne ero certissimo ma secondo me stava sfogliando primi piani di cazzi...

Fano dal treno pare tutto sommato carina, certo più di Pesaro... devo andare in bagno... sono sei ore che non piscio... appena il treno si muove prendo il mio libro e vado verso la testa della carrozza e mi rendo conto che il cesso e dall'altra parte e allora torno indietro, passando prendo contro al gomito del rosso e vado in bagno. Mi soffermo un attimo prima d'entrare a guardare i binari dal fondo del treno che fuggono via silenziosi, poi entro. il cesso è pulito e anche bello, tutto sommato. Mentre mi lavo le mani bussano. "Un momento" dico. Ribussano che mi sto asciugando. Apro dicendo: "Caspita ma vi scappa?" Uno spintone mi ributta dentro poi lui rimette il chiavistello e mi prende il pacco con l'altra mano...

"Credevi che non mi accorgessi che mi mangiavi cogli occhi fin da quando sono salito?"

Forse ho abbozzato un sorriso ma forse non ne ho avuto il tempo perché subito mi ha infilato cinque centimetri di lingua in bocca. Mentre appoggiavo il libro sul ripiano, il  mio uccello sotto la sua presa iniziava a prendere consistenza, Baciava divinamente e mi è dispiaciuto quando ha smesso. Il treno iniziava a rallentare per entrare a Senigallia...

"Non abbiamo molto tempo che scendo ad Ancona..."

Appoggia la sua bisaccia sul mio libro e mi fa scendere i pantaloncini, sollevo le braccia perché mi toglie la maglietta appoggiandola sulla sua bisaccia, mi fa uscire il cazzo svettante dagli slip e subito si china a succhiare. E' un po' frenetico ma ci sa fare. Lavora la cappella qualche minuto poi passa alle palle succhiandole una a una poi entrambe assieme, poi lecca l'asta e di  nuovo si ficca la cappella fino in gola. Il treno riparte.

"Siediti sulla tazza, dai..."

Ero esitante...

"Muoviti mess'ultima che non c'è tanto tempo..."

Metto due salviette di carta e mi siedo. Lui si cala calzoni e boxer alle caviglie, ha un bell'uccello di normali dimensioni, rasato completamente... pigia sul lavandino per avere del sapone che si sfrega sul culo e sul mio uccello e senza apparente fatica si impala. Mentre va su e giù gli infilo le mani sotto la maglietta e gli accarezzo il torace che pare bello potente, scendo sui fianchi e gli prendo il cazzo in mano...

"Buono, che io vengo subito... concentrati su di te piuttosto e vienimi dentro... cerca di far presto..."

L'atmosfera era un filo concitata e non riuscivo a concludere, tuttavia era troppo bello accarezzare la sua pelle liscia e stringere il suo corpo tornito. Mentre il treno rallentava di nuovo gli strizzavo i capezzoli e lui apprezzava. "Dai vieni..." 

"Ma non stiamo arrivando ad Ancona per caso?"

"È ancora Falconara... Dacci dentro su...Riempimi..."

Il treno era già ripartito quando, dopo aver pensato, fantasticandoci su, a quella bestia di cazzo quasi al ginocchio che avevo visto riflesso nei suoi occhiali e pensando che probabilmente se lo era sciroppato a fondo, sono venuto ripetutamente. Pochi colpi di mano ed è venuto anche lui. Si è asciugato sommariamente e rapidamente vestito. Il treno stava di nuovo rallentando.

Mi ha allungato la mia maglietta, preso la sua bisaccia ed ha aperto la porta dicendo: "Richiuditi dentro"

Sono banale se dico che mi sono sentito usato? Però era stata comunque una bella scopata, soprattutto inaspettata.

Sono rimasto in toilette finché il treno non era fermo da un paio di minuti dopo di che mi sono diretto al mio posto che tuttavia era già stato occupato da una donna, probabilmente appena salita. Non avevo certo voglia di fare discussioni sul posto prenotato e mi sono seduto dove prima c'era lui. Più tardi. mentre il treno mi cullava non riuscivo a non pensare a come doveva essere stare con lui su un letto e con calma... Non mi piacciono molto i cazzi completamente depilati, ma il tocco della sua pelle dava brividi di fuoco ed accarezzare ogni suo muscoletto era oltremodo piacevole. Poi ho cominciato a pensare al fatto che avevo scopato a pelle... spero che il sapone un minimo di protezione lo offra... coi batteri certo ma coi virus no... merda... vabbè fra tre mesi farò il test. Non è poi così semplice infettarsi...

Civitanova... Porto San Giorgio... San Benedetto... un po' di ansia mi era venuta ma tentavo di cacciarla via. Mi sforzavo di essere ottimista, in fin dei conti sono i passivi che rischiano di più... Giulianova finalmente. Scendo, ho fame. Ma ci sono taxi in questa città? Non pare... Telefono al mio amico che mi dice che si tratta di fare un chilometro a piedi e mi dà le indicazioni. Tutte le ubbìe passano di fronte a bruschette ed arrosticini. L'auto era già carica, dopo il pranzo si riparte subito. Gli racconto quanto capitato sul treno. La nostra è un'amicizia di vecchia data, per quanto mai sessualizzata. Un po' ridendo gli chiedo se per caso mi si legga in faccia che coi maschi ci sto...

"Mah, ricordo che quando andammo insieme a Monaco ogni tanto sparivi perché ti intruppavi nei posti più insoliti con qualcuno, ricordo addirittura in una cabina del telefono..."

"Ok ma ero un ragazzo, sempre a cazzo duro ed ero bono... adesso viaggio ben oltrei 40..."

"Jacopo, dovresti avere più considerazione di te stesso perché non ti rendi conto di quanto tu sia bono anche adesso... c'è chi ci sta perché sei bono e chi sta con te perché ti ama..."

"Oh il mio puffo... Non volevo certo cornificarlo... È capitato..."

"Porca! Dicon tutte così, ahahahah"


E vero è pur che l'uomo non possa
celar per certo l'amore e la tossa.
(Luigi Pulci - 1432 - 1484)
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